Ansia e crisi di panico

L’ansia è come una sedia a dondolo: sei sempre in movimento, ma non avanzi di un passo. 

(Jodi Picoult)


Chiunque, almeno una volta nella vita, ha sperimentato uno stato d’ansia: si tratta di episodi di paura, spesso immotivata, caratterizzati da tachicardia, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento o di dolore al petto.
Ansia, angoscia, paura, sono emozioni fondamentali nella nostra vita che, in vista di obiettivi importanti, sollecitano il soggetto a dare il meglio di sé ma possono diventare un problema per frequenza ed intensità: quando queste reazioni emotive diventano croniche inducono uno stato di allarme costante che comporta nel nostro corpo una serie di reazioni che interferiscono con il corretto funzionamento dei sistemi immunitario, metabolico e cardiovascolare. Inoltre si possono verificare nel tempo dei veri e propri fenomeni di degenerazione neuronale in zone molto importanti per la memoria e l’orientamento spaziale come l’ippocampo.

Il termine ansia, quindi, indica uno stato affettivo che invade il corpo, il biologico del vivente, ma anche la sua psiche.
Con l’ansia il soggetto incontra qualcosa di traumatico, ovvero un desiderio che gli è estraneo e che, al tempo stesso, porta con sé una domanda: cosa vuole l’Altro da me?
Questa domanda è fondamentale, perché si tratta della domanda alla quale il soggetto cerca di rispondere in un qualche modo nella vita, per collocarsi, per trovare il suo posto. Il desiderio dell’Altro introduce il soggetto alla questione del «Che vuole da me?», interrogativo cruciale che apre la dimensione perturbante della relazione con l’Altro. Lacan si serve della metafora della mantide religiosa, figura inquietante che rappresenta il destino enigmatico che il soggetto può incontrare quando l’Altro manifesta il suo desiderio: immaginiamoci di trovarci davanti ad una mantide religiosa femmina e di indossare la maschera di un animale (senza sapere quale animale). Abbastanza angosciante come situazione?

È proprio qui che può insorgere l’ansia a partire dalla quale si possono sviluppare altri sintomi, come altrettanti tentativi di curare il trauma legato all’aver sperimentato quel “troppo” dell’Altro in quanto bramato, temuto, amato o odiato.
Come uscire dall’ansia? Un percorso di supporto può dare la possibilità al soggetto di prendere le distanze dai desideri degli altri e concentrarsi maggiormente su di sè, rendendo più piccole e maneggiabili le ansie che lo bloccavano.