Ansia nei bambini: come coglierla ed affrontarla

Ansia: quando è sana e quando diventa un disturbo.
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L’ansia è uno stato che può accompagnare l’uomo in qualsiasi momento della vita. Di ansia soffrono i bambini,  gli adolescenti ed infine gli adulti. L’ansia di per sé non è negativa, ma è un “segnale” di qualcosa che non va, che “non gira”, “non funziona”. In alcuni momenti di vita, prima di una performance, di un esame, di una scelta importante, l’ansia è importante: ci attiva e ci fa concentrare su un obiettivo specifico. Ma quando l’ansia diventa un sintomo  che ci inibisce, allora perde la sua valenza positiva.

L’ansia, quindi, si presenta anche durante l’infanzia come sintomo che caratterizza il modo del bambino di interagire col mondo. Mi vengono in mente bambini che hanno paura del buio, di provare nuove esperienze, di rompere la routine, di separarsi dai genitori.

Ma come possiamo riconoscere un bambino ansioso?

A volte un segnale che può farci cogliere l’ansia nei bambini è l’evitamento di alcune situazioni: i bambini ansiosi si sforzano di evitare tutto ciò che è fonte di inquietudine. Mi viene in mente un bimbo, rimasto traumatizzato dal non aver trovato più la madre alla fine di una festa di compleanno, ebbene ci è voluta una tranche di terapia affinchè potesse accettare di ritornare a delle feste di compleanno e tollerare l’assenza temporanea della madre. Alcune categorie di bambini, poi, possono essere particolarmente ansiosi, pensiamo ai bambini con uno sviluppo differente, (autismo, Asperger..), che, avendo una percezione del mondo differente dal bambino normotipico sono ancora più ansiosi. Non dobbiamo mai scordarci, poi, di alcune contingenze come i lutti o le separazioni che possono essere per il bambino una contingenza “scatenante” alcune ansie.

Dobbiamo ricordarci che noi non siamo nessuno per poter giudicare l’ansia di un piccolo, anche perché per quanto il contenuto possa sembrarci “ridicolo”, la paura che l’accompagna è vera. Insomma, può farci sorridere il contenuto ma non la paura!

 

Possiamo cogliere, nei bambini, dei veri e propri segnali di allarme per l’ansia come:

  • Evitamento del nuovo con conseguente rigidità di comportamento
  • Irrequietezza, pianti, estrema loquacità
  • Difficoltà nell’addormentamento o nel ciclo sonno-veglia
  • Somatizzazioni varie
  • Attese perfezionistiche ed eccessive su se stesso
  • Incapacità di gestire le situazioni che lo stressano, con un conseguente ed evidente cambiamento del comportamento.
  • Enuresi, encopresi, (fare pipì o cacca durante la notte a letto)
  • Rigidità nel comportamento e nell’approccio degli altri

 

Molte volte nei piccoli l’ansia si canalizza in delle vere e proprie fobie:   paure ingiustificate legate ad eventi o oggetti, il cui contatto è causa di una forte reazione di angoscia. Le fobie possono essere le più disparate, dalla fobia di un determinato animale, a quella di una determinata situazione sociale.

Come aiutare un bambino che soffre di ansia?

Alcuni comportamenti da attuare potrebbero essere i seguenti:

  • Favorire nel bambino l’espressione delle proprie ansie e paure, senza deriderlo o tentare di banalizzare il contenuto, ma semplicemente ascoltando ciò che ha da dire.
  • Sottolineargli che delle proprie ansie si può parlare, non c’è nulla da vergognarsi!
  • Non scordarsi mai che il bambino, anche se in un periodo ansioso o angosciante, è pur sempre un bambino e quindi ha bisogno di “leggerezza”, di giocare, di divertirsi.
  • Provare ad essere un partner del bambino in grado di utilizzare humor ed ironia!
  • Se questi accorgimenti non dovessero risultare efficaci, si consiglia di rivolgersi ad uno psicologo.

2 Comments

  1. Lisa ha detto:

    Grazie per i suggerimenti,proverò ad usarli con i miei figli! Uno che soffre d’ansia e ha 7 anni ,il piu grande invece ha 1o anni ed entra nel disturbo dello spettro autistico(diagnosticati dall’ospedale bambino Gesù )! A volte trovo molta difficoltà a fargli affrontare le situazioni,sia belle che brutte! Basta che gli prometto che gli sto vicino è così riusciamo ad andare avanti……lunga vita 😟

  2. Rosaria Ferrara ha detto:

    Grazie a lei per aver letto e commentato! Giacchè ha un figlio che rientra nello spettro autistico, consulti il sito http://www.diagnosi-autismo.it completamente dedicato a questo tema.
    I rapporti tra fratelli sono spesso complessi, ancor di più se uno dei due rientra nell’autismo. Il fratello atipico, pur non avendo colpe, si trova ad aver bisogno di tante attenzioni da parte dei genitori. Talvolta tutto ciò lo rende, agli occhi del fratello, un “usurpatore” da investire di gelosia e/o iperprotezione e/o indifferenza.
    Se si trova a Salerno o a Roma, le due città in cui esercito la libera professione, non esiti a contattarmi per dei consigli di persona.
    In bacca al lupo!

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